Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/75

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Di sì leggiadri fochi incoronato
E di lei non sognar che il core amava?
Mentre tu ancora il puoi, sogna, sì sogna
Giovane ignaro; estrema gioia è questa.
505Di lei la cara idolatrata imago
Contempla nel tuo cor prima che tutta
L’abbandoni la luce onde sì vaga
L’adora il tuo pensier; pensa al sorriso
Per cui l’ultima volta a te comparve
510Tutta raggiante di beltà celeste;
Rimembra il pianto che versò nell’ora
Funesta dell’addìo, puro, verace
Quale il pianto sarìa d’angiolo in cielo
Se piangesse un celeste; in cor ti fingi
515Che ancor fra l’ombre del natìo boschetto
Ella t’attende, innamorata ancora
E ancor bella qual pria; ch’ivi ricinta
Dalla sua solitudine perenne
Vive pur sempre tua, sola, raggiante
520Come una stella che ti stia sul capo.
Oimè! quel sogno sì beato e caro
Dovrà svanire in sì terribil guisa?
     Si tacque il canto; le leggiadre e vispe
Danzatrici n’andaro, e il giovinetto
525Felicità sognando ivi s’aggira