Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/147

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rebrale quando sentiamo, percepiamo, pensiamo e ragioniamo, quando ci commoviamo per affetti o per sentimenti, quando ci decidiamo ad agire per un dato fine; quella che ci permette di farci una rappresentazione del mondo esterno e del nostro corpo, e ci porta a sentire gli stimoli derivanti dall’uno e dall’altro, fra cui quei mutamenti disintegrativi dell’io fisico e morale, che ci arrecano sofferenza e dolore, non comprende tutto lo “psichismo„ che opera in noi: ne è soltanto la porzione superiore, la coscienza vigile, la coscienza pr. detta. Al di sotto, al di fuori di essa l’Uomo possiede una psiche latente, intima, più vasta e profonda, che elabora nel silenzio impressioni, ricordi, tendenze, e talvolta emerge dai suoi recessi per penetrare nell’altra, passando, come dicono gli psicologi, sopra la sua soglia; questa è la subcoscienza, o coscienza subliminale, che sta di mezzo fra l’incosciente fisiologico e la mentalità propriamente detta.

Orbene, quelle tendenze ereditarie (istinti) od acquisite (abitudini) permangono sempre pronte a trasformarsi in atti e si scaricano spontaneamente sotto stimoli che non sorpassano la soglia, ma che sono sufficienti per eccitare i centri dello psichismo inferiore. Allora si produce l’“automatismo„ del quale fanno parte le reazioni che l’organismo effettua senza che la coscienza superiore ne abbia sentore e per inevitabili connessioni anatomo-fisiologiche. I moti caratteristici dell’agonia,