Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/131

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addio! 117


medesima fonte.... dimentichiamo il passato!

Io ero in piedi; egli sedette e, tenendomi per le braccia, mi attirò fin presso i suoi ginocchi, guardandomi con una espressione di volto così supplichevole, ch’io mi sentii quasi venir meno.

— Che cosa vi ho fatto, angelo mio, per torturarmi in questo modo? Perchè mi respingete ora che ci si prepara un avvenire di pure gioie, di riabilitazione e di pace? Ti amo sai? Ti amo, Valeria, mia bella amica, mia tenera amante, mia sposa!

— Tacete — esclamai mettendogli una mano sulla bocca — ho profanato questo sacro nome e non lo porterò mai più.

Mi allontanò con dolcezza nascondendo il volto tra le palme e stette alquanto silenzioso; poi si alzò pallido e cogli occhi rossi:

— Qualunque cosa accada, pensate che voi lo voleste.

Il suo accento era pieno di lagrime; uscì — ed io lo seguii colle pupille smarrite, tenendomi appoggiata al muro, più morta che