Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/28

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14 addio!


Si alzò e mentre stringeva la mano della principessa lo guardai curiosamente. Anzitutto non mi parve tanto giovane, — e poi freddo, sotto la sua maschera di cortesia convenzionale; — nulla di singolare nei lineamenti, — una dignità riservata e studiata: i famosi occhi che io mi figurava grandi, neri e scintillanti, erano grigi seminascosti sotto le lunghe palpebre.

— Una mia buona amica, la contessa Murari, — disse la principessa presentandomi, — ella ha qualche cosa da chiedervi, spero bene che non le direte di no.

Avevo fretta di spiegare il motivo della mia visita e non lasciai tempo al marchese di farmi molti complimenti, — del resto non so se me li avrebbe fatti.

Il suo contegno era serio, di una serietà un po’ astratta e malinconica.

Promise di occuparsi del mio protetto e si impegnò a darmi subito una risposta.

— Potrò aver il piacere di portarla in persona? — chiese dopo un momento di esitazione.

Non avevo nessuna ragione per dirgli