Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/34

Da Wikisource.
20 addio!


proprio mano di donna; troppo bella poi per una sarta, — infine il suggello è sormontato da una corona coi tre gigli del marchesato.

— Aprila dunque, vedremo il motto della sciarada! — esclamai mostrando una indifferenza spigliata che non sentivo in cuore.

— A voi contessa! — rispose Attilio porgendola con galanteria; — l’ufficio di segretario è troppo... o troppo poco per un marito.

Presi la lettera con una mano, mentre con l’altra lo tratteneva, avendo egli fatto un movimento per lasciarmi.

La busta era di carta grigia finissima; la stracciai con un po’ di violenza, e spiegato il piccolo foglio che conteneva, lessi in calce: Massimo Lit***.

Il marchese mi scriveva due parole per avvertirmi che le sorti del mio protetto si avviavano bene, ma occorrevano alcuni schiarimenti sulla sua vita antecedente.

Gettai la lettera con un lieve dispetto.

— Quanto rumore per nulla!