Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/66

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52 addio!


pido nelle vene, state in guardia, o inesperte, sono i sensi che si svegliano!

Vi parleranno d’imaginazione, di scambio d’anime. Non credete! L’amore è uno solo e tende a un solo scopo.

Anch’io fui presa alle larve poetiche del sentimento; volli persuadermi che il cuore è una cosa e il corpo è un’altra; accettai la superba teoria dello spirito superiore alla materia — e caddi inconsapevole nell’agguato.

Credevo di governare i miei sensi, quando già essi mi dettavano la legge.

Per mio marito sentivo una fraterna amicizia non scevra affatto di esitazioni e d’incertezze, ma pure conciliabile col nuovo sentimento che mi dominava.

L’amore del marchese mi rendeva fiera, godevo di mostrarmi egualmente buona, egualmente amorosa con Attilio. Mi figuravo di scontare con un raddopiamento di premure la parte d’affetto che gli rapivano i miei pensieri.

Così trascorse l’autunno — due mesi intieri senza vederlo.