Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/152

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e una volta inaugurato l'andazzo non si trattava più che di seguirlo. Era un concorso da fiera, qualche cosa di sbalorditivo. Coricandosi alla sera Chiarina aveva le ossa rotte e la testa intontita. «Mio Dio! — pensava qualche volta — quanto danaro!» Consegnava attonita l’incasso a Giovanni, il quale invece non si meravigliava mai di nulla.

Giovanni diventava cittadino molto più rapidamente di Chiarina. Egli aveva già un modo di pettinarsi e di portare la cravatta che non era affatto quello del suo paese. Non bello proprio, ma lo sguardo vivace, i piccoli baffi arditamente rialzati, una facilità di parlare, di muoversi, di intendere le cose a volo lo rendevano simpatico. Nulla gli sfuggiva di ciò che potesse tornargli utile e utile nel suo intendimento era tutto ciò che gli faceva fare un progresso, di qualsiasi genere. La sua attività arrivava a tutto; al denaro e alle persone, agli affari e alla cultura, al negozio e alla strada.