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96 l'amuleto


sulle mie mani mi sentii presa da un grande turbamento. Per qualche minuto non osservai più nulla di quello che seguì.

Attraversammo due o tre altre stanze, finchè, davanti a un uscio semichiuso, mio cugino disse:

— È la mia camera.

Intravidi confusamente il biancheggiare di un letto in mezzo a due alte librerie di stile severo. Lì accanto si apriva una specie di terrazzo coperto dove stavano riunite le memorie dei suoi viaggi: curiosità levantine, oggetti artistici dell’Italia, manifatture inglesi, gingilli francesi, armi spagnuole.

— Non vi riposerete un momento? — disse Lui.

Sedemmo in ampie e comode poltrone coperte di cuoio davanti a una tavola tutta ingombra di carte geografiche, di disegni, di atlanti. Egli prese un Album e aprendolo:

— Volete vedere i miei schizzi a matita?