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178 | la freccia del parto |
Costanza si era avvezzata ad amare queste placide sere, che ella trasoorreva, libera, in compagnia delle sue memorie. Erano proprio le ultime perchè fra due o tre giorni sarebbe partita assolutamente.
Lavorava, accanto al fuoco, immersa nella dolce malinconia che l’era diventata abituale, quando le parve di sentire un rumore in giardino, e il dubbio divenne certezza poi che due o tre colpi picchiati sulla griglia l’avvertirono che qualcuno cercava di entrare.
Un leggiero e naturale senso di paura s’impadronì dell’animo suo pur così forte. I domestici dormivano al piano superiore. Ella non sapeva che fare, ma una voce la rassicurò subito:
— Aprite, sono io.