Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/10

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4 la sottana del diavolo


— I Serpinelli — rispose la donna — vossignoria lo sa al pari di me, non sono ricchi. Giacomo il taglialegna è un Serpinelli; sono Serpinelli quelli che fanno andare il mulino nel bosco, che non guadagnano nemmeno tanto da sfamarsi; signore Serpinelli, che io sappia, non ve ne sono mai state.

Lì per lì don Assalonne non chiese altro, ma la curiosità della vecchia serva stuzzicata nel lungo digiuno non la lasciò tranquilla. Tolta l’ultima penna al pollo, scosso il grembiule, ripulite le mani e infilato sul braccio il secchio da attinger acqua mosse alla fontana persuasa che vi avrebbe bene incontrato qualcuno. Non si ingannava infatti, chè già due donne vi avevano attinto e prima di ripartire col carico scambiavano parola con Cristoforo, il vaccaro, venuto a vedere se la conca per le bestie era colma. A tutti costoro l’Agata domandò se avevano conosciuto una signora Ester Serpinelli.

A farlo apposta nessuno l’aveva conosciuta. Cristoforo il vaccaro tuttavia, cambiando di posto alla cicca che gli gonfiava una guancia, mormorò:

— Una Ester io conobbi, saranno vent’anni, che m’aveva stregato co’ suoi occhi ladri e Dio sa che cosa non avrei fatto per entrarle