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dell’avvenire. Sostò dapprima in Svizzera, poi accompagnata da un parente seguì il consiglio da portarsi a Marsiglia, ricetto di una numerosa colonia di profughi italiani. A Marsiglia il destino che riunisce qualche rara volta le anime gemelle sparse per il mondo le fece incontrare Giuseppe Mazzini.

Di ciò che fu questo legame fra due esseri di eccezione dànno fede le lettere dello stesso Mazzini. Al Melegari scrive: «Se amo la Sidoli? Io, anima perduta, quando amo è per sempre; nella mia morale la costanza sta in cima, complemento necessario di tutti gli affetti». E sempre e con tutti dichiara altamente non solo lamore, ma la stima e la venerazione per le virtù superiori della sua amica. La presenta a Gino Capponi ed egli a sua volta subisce il fascino di quella nobile personalità femminile; dice poi il Capponi al marchese Potenziani presentandogliela a sua volta: «Ben difficilmente potreste trovare persona che la valga per ogni dote della mente e dell’anima, degna d’ogni interesse e d’ogni stima».

Ma più ancora pone sulla fronte della Sidoli una mistica ghirlanda di fidanzata ideale l’affetto che ebbe per lei la veneranda madre di Mazzini. È un caso raro, forse unico, nella psicologia femminile che, per chi sa quale virtuosa donna ella fosse, circonda subito la Sidoli del più alto rispetto. I rigori della polizia intercettavano la corrispondenza di Mazzini col-