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Sulle rive della Sonna. 89

aveva il sorriso dolce come un bambino e lo sguardo fiero come un soldato. Era bello, era sopratutto pittoresco, vestito di abiti comuni, con un largo cappello di feltro e stivali a gambiera, senza guanti, senza gemme, senza occhialetto.

Riconobbe Editta e la salutò levandosi il cappello.

La fanciulla si sentì infiammare le guance; tutti i suoi rimorsi la ripresero pensando che ella aveva voluto dare quattro soldi a quell’uomo. Dapprima lo aveva creduto un lavorante, ora le pareva poco crederlo principe.

Chi frena una giovane immaginazione? Il nome di Giovanni, troppo prosaico per una personcina che sognava Arnoldo, Ugo, Romeo, si persuase fosse una finzione, una maschera destinata a coprire chi sa quale mistero. Una volta lanciata su questa strada, nulla doveva sembrarle impossibile, e se potessero parlare i vecchi sassi del paesello, direbbero che Editta quella mattina aveva le ali ai piedi.

Intanto Editta sotto il portico di casa fece una sosta, e, lasciando andare avanti Bruno colla figlia, finse di interessarsi a certe verbene, per dare agio a Margii di uscire ancora fuori.

E Margii non si fece aspettare.