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Una giovinezza del secolo XIX 85

con tutta la forza degli affetti, fu la morte dell’ottimo suo genitore, che le spirò quasi improvvisamente nelle braccia, quando a lei, giovane, avvenente, ammirata arrideva in tutto lo splendore la primavera della vita. Fu così intenso il doloroso sentimento della perdita fatta, che promise a sè stessa di perpetuargli un culto di venerazione e d’amore, di trovare nella memoria dell’uomo integerrimo esempio, sprone e conforto all’aspra via del dolore.... Giurai a me stessa, così ella scriveva nell’intimità epistolare, di onorare la sua memoria, di amarlo morto, come non mostrai mai di amarlo in vita, di perpetuare riproducendole le sue virtù, di farlo rivivere nell’intatta fama, nella coscienza pura e intemerata ch’egli mi lasciò, e che io voglio trasmettere ai miei figli".

Dall’apprezzamento della mia amica, pur volendolo accettare intero nel suo ottimismo, mi è duopo cancellare almeno la parola — ammirata — . Che lei, vivendo così lontana, potesse suppormi degli ammiratori e credere, lei esiliata fra i monti, che basta essere giovani e un po’ intelligenti perchè vivendo in una grande città come Milano arrida in tutto il suo splendore la primavera della vita, si può anche comprendere. Quando andai a trovarla nell’alpestre romitaggio, non mi nascose la