Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/285

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essere inferiore a lei. Sotto il nuovo impulso una nuova onda di armonie fiorì sui tasti ricercati dalle sue dita nervose che sembravamo animare l’avorio, che fremevano al suo contatto come persone vive.

Onde meravigliose di suoni si sparsero così intorno ai due amanti, nell’ambiente chiuso del salotto, fra le tenebre sempre crescenti.

— Egli è forte — pensò Lilia con un sussulto di orgoglio: — Egli riuscirà! Chi udendo fra qualche anno queste melodie divine, sospetterà neppure che esse nacquero dallo schianto di due cuori, in una sera buia, nel deserto di questa riva e di questo lago? Domanderanno: «Dove ha studiato? Chi lo istruì nell’arte dei suoni? A quale scuola appartiene?» Nessuno saprà rispondere, ma tutti piangeranno con lui! O amore, amore, amore...

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L’oscurità della notte era scesa completa. Dalla camera attigua, dove i servitori si erano arrischiati ad accendere un lume, veniva il riflesso di una luce blanda appena percettibile nella quale il profilo dei due amanti emergeva con un contorno di sogno.

Nessuna parola fu pronunciata più!

Dalle spalle di Ippolito le mani di Lilia le erano cadute lungo i fianchi mentre soffocava le parole e il respiro per non interrompere la foga