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Mia zia, visibilmente turbata nella sua modestia, troncò quelle lodi con un dolce sorriso, e disse al giovane:
— Signor Luigi, volete offrire il braccio a mia nipote? — ho qualche cosa da dire al signor curato.
Ci avviammo davanti noi due, e ti confesso che non fui mai tanto imbarazzata in vita mia.
Egli incominciò a parlare del tempo, delle belle giornate, del gusto di stare in campagna; ma il suo pensiero era altrove, e i suoi occhi distratti mi pareva che guardassero le maniche del mio vestito, dove le mie braccia fanno una sì meschina figura. Immaginai ch’egli dovesse sentire la puntura de’ miei gomiti nelle sue coste... Questo pensiero mi tolse lo spirito affatto. Sciolsi il braccio — egli non vi pose ostacolo, e giungemmo a casa senza aver detto più una parola.
Non credevo di essere così sciocca.
Sul punto di separarci, mia zia disse al signor Luigi:
— Ci rivedremo, non è vero? Quando non sapete come passare il tempo, ricordatevi dei vecchi amici.
Giudico che l’impiego delle ore debba pesare molto al signor Luigi, perchè egli è sempre qui. Anche ora che ti scrivo, sento la sua voce in salotto; ma io non sono tentata di andare a raggiungerlo — la sua