Pagina:Negri - Fatalità, 1895.djvu/184

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162 Anima

Ed oscuro, moriva!... In solitudine
Fosca, moriva. — Ride il sol lucente
15Su l’invocato tumulo;
Lunge, trilla e si perde
Un canto alato come augel fuggente
18Per la serena maestà del verde;

Sotto, fra i chiodi de la cassa, sfasciasi
La domata materia. — A la feconda
21Terra, la terra ignobile
Torna. — De la tua mesta
E commovente poesia profonda,
24Del tuo genio, di te, vate, che resta?...


*


Tu, tu sola che amavi, e viva e rosea
Del sol bevesti i luminosi rai.
27Tu che ne i lunghi spasimi
D’intenso ardor fremesti,
Tu, sanguinante ma non vinta mai,
30Sconosciuta e virile anima, resti!...