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40 una serva


guardano le altre femmine. Apparteneva al numero di quelle donne che attraversano la vita in margine, ignare d’aver un sesso, non avvertendone i languori e le inquietudini, non emanando intorno a sè il fluido che in molte brutte è assai più acre che nelle belle. — La sua instancabile attività le bastava. Ella era stata creata per essere serva.

Quando andò a nozze la figliuola de’ suoi padroni, Liana, — una fragile, diafana giovinetta, simile ad una lampada d’alabastro ove arda una fiammella, col viso troppo lungo, gli occhi troppo fissi, il profilo puntuto ed estatico d’una madonna del trecento — ognuno trovò naturale che Anin la seguisse, fidata domestica.

Liana non avrebbe mai conosciuta l’arte del comando: era una silenziosa che se ne stava ore ed ore appartata ed assorta, tremava ad ogni rumore improvviso, impallidiva per ogni parola più aspra del consueto. Figlia di due despoti, la volontà pareva in lei cancellata. L’ingegnere Carmi l’aveva scelta per questo, egli, così risoluto e intraprendente: pel mistero di fragilità che la rendeva preziosa, impenetrabile e quasi am-