Pagina:Nietzsche - La Nascita della Tragedia.djvu/11

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prefazione del traduttore xv


la scienza e l’arte, la confusione dell’istinto e la chiarificazione dell’apparenza, la tragedia e l’epos, la musica e l’immagine, la volontà e l’abnegazione, il pessimismo e l’ottimismo, Dioniso e Apollo. In che modo pensa Prometeo e Socrate? in che modo Eschilo ed Euripide? il ditirambo e la cetra? Egli era tanto ingenuo, che la stessa affermazione del primitivo pessimismo ellenico, della sapienza di Sileno, che a lui pareva l’affermazione di un elemento essenziale per ripristinare la verità storica della vita greca, in effetto non serviva punto a ripristinare la verità storica, sibbene serviva a confermare storicamente la perfezione di quel sognato mondo ellenico, che senza l’elemento pessimistico non sarebbe potuto essere perfetto, e che egli invece vagheggiava nella mente e adorava come perfetto in tutto. Grazie tante, diciamo noi: come si può concepire l’ottimismo senza il pessimismo? Valeva la pena di farci su una disputa? Se non che, a lui occorreva dare il peso necessario all’ingrediente pessimistico, appunto perché gli bisognava far rilevare in tutte le sue parti quanto era bella e sublime quella meraviglia di mondo greco, che gli ardeva l’anima giovanile. Generosa ingenuità, che annebbia in lui il senso storico, fino a fargli apparire la civiltà ellenica tutta un nitore di marmi, tutta un’armonia d’idee, di musiche, di eleganze; la civiltà ellenica incomparabilmente superiore alla civiltà cristiana; la vita greca, se non proprio un paradiso, certo, però, enormemente migliore della nostra vita mo-