Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/72

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L’EPISODIO


Hanc ego de cælo ducentem sidera vidi
Fluminis hæc rapidi carmine vertit iter.
Hæc cantu finitque solum, manesque sepulchris
Elicit et tepido devocat ossa rogo.
Quum libet, hæc tristi depellit nubila cælo:
Quum libet, æstiva convocat orbe nives. 1
Tibullo.


Bada che questa notte tn avrai de’ tremiti e delle convulsioni; i demoni nel tempo della notte profonda, in cui loro è permesso di agire, eserciteranno so te la loro crudele malignità, lo ti manderò pizzicature serrate quanto le cellule dell’alveare, e ciascuna di esse sarà bruciante quanto il pungiglione dell’ape che lo costruisce.


Shakspeare.


Chi di voi non conosce, o giovinette! i dolci capricci delle donne, disse Palemone rallegrato. Voi avete amato senza dubbio e sapete come il cuore d’una vedova cogitabonda che smarrisce le sue solitarie ricordanze sulle rive ombrose del Peneo, si lascia sorprendere qualche volta dal bruno colorito di un soldato, gli occhi del quale sfavillano di fuoco battagliero, e il cui seno brilla dello splendore d una generosa cicatrice. Egli cammina fiero e tenero fra le belle come leone addomesticato che cerca di dimenticare nei piaceri d’una avventurata e facile servitù, il ricordo doloroso de’ suoi deserti. È così che il soldato ama occupare il cuore delle donne, quando non è più chiamato dalla tromba delle battaglie e che la sorte del combattimento non solletica più la sua impaziente ambizione. Egli sorride collo sguardo alle giovinette e sembra dir loro: Amatemi!...

Sapete pure. essendo voi Tessale, che nessuna donna, ha mai uguagliata in bellezza questa nobile Meroe, che dopo la sua vedovanza, strascina lunghi drappi bianchi

  1. La vidi condurre le stelle del cielo; costei coi carmi devia il corso del rapido fiume. Col canto muove il suolo e richiama dal sepolcro le anime dei morti del tepido rogo le ossa. Quando a lei piace scaccia le sinistre nubi dal cielo e raduna nevi alla stagione estiva.