Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/94

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medio contro lo noia. Proviamo, come tu dici. Un giorno cattivo è ben presto passato.

Senz’essere assolutamente cattivo, come lo temeva Ametista, questo giorno non ebbe nulla di delizioso. Si erano fatti venire i maestri, così spesso respinti, e questa gente parla una lingua che pare sgarbata perchè è sconosciuta, ma alla quale si finisce per trovare qualche attrattiva, quando se ne è presa l’abitudine.

Il fratello e la sorella non erano a questo punto. Venti volte, durante ciascuna lezione, il castone s’era dischiuso al movimento della molla, e venti volte l’iscrizione ostinata s’era mostrata allo stesso posto. Non vi era di mutato una parola.

Fu sempre la stessa cosa durante una lunga settimana, fu ancora la stessa cosa durante la settimana seguente. Zaffiro non provava alcuna impazienza.

Si ha ben ragione di dire, mormorava egli, scarabocchiando un penso che, i genii di questi tempi si ripetono! E poi, aggiungeva egli, bisogna convenire, è uno strano mezzo di guarire la gente dalla noia, coll’annoiarli a morte!...

Alla fine del quindicesimo giorno però essi s’annoiarono meno, poichè il loro amor proprio cominciava a interessarsi al progresso de’ loro studi.

Alla fine d’un mese essi non s’annoiarono quasi punto, poichè essi avevano già seminato abbastanza per raccogliere. Si divertivano a leggere in ricreazione, e anche in tempo di lavoro dei libri molto istruttivi, e tuttavia assai divertenti, in italiano, in inglese, in tedesco; non prendevano parte diretta alla conversazione delle persone dotte, ma ne traevano profitto, dopo che i loro studi li avevano messi in grado di comprenderla.

Essi finalmente pensavano, e questa vita dell’anima cui l’ozio distrugge, questa vita novella per essi sembrava loro più dolce dell’altra, perchè avevano molta perspicacia naturale. La loro nonna era d’altronde così felice di vederli studiare senza esservi costretti e godeva così deliziosamente de’ loro trionfi! Io mi ricordo molto bene che il piacere che si procura ai parenti è la più pura gioia dei fanciulli. La molla dei castone scattò tuttavia molte volte durante la prima meta dell’anno; al settimo, all’ottavo, al nono mese, la si esercitava più raramente; al duodecimo era arrugginita.

Fu allora che il genio ritornò al castello, come aveva promesso. I genii di quell’epoca erano puntuali assai nelle loro promesse. Per questa nuova visita, egli aveva spiegato un po’ più di pompa, quella d’un saggio che usa della sua fortuna senza farne pompa con apparati inutili, poichè sa il mezzo di farne un uso migliore. Egli saltò al collo