Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/142

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mico così forte e potente, se li diede volontariamente; e

    na parte si attenga e più l’affrettarsi alle pratiche conclusioni e più la dependenza scientifica dagli oltramontani; dovechè in questi l’originalità è men guasta, maggiore l’indugio su’ generali e maggior l’uso delle storiche investigazioni. Tacendo de’ minori, che non son pochi, solo mentoveremo del Filangieri, il quale per la sua rinomata scienza della legislazione tiene fra’ primi alto posto; il quale, unendo l’opera dianzi scongiunta del giureconsulto, del politico e del filosofo, fecesi a costituirne una legislazione ideale, e spesso annunziò e svolse idee nuove e opinioni ingegnosissime, confortando a riforme che in parte furon poi fatte. — Pari ingegno e valore addimostrarono i nostri nell’economia, anzi è a lor dovuta la singolar lode di averla fondata in Europa, poi ristoratala o più propriamente rifondata in Italia. Del primo fatto avrem dovuto toccare nella precedente età, ma, sendovi rimaso solo e slegato, ci fu avviso che, per doverlo annodare agli altri di comune natura, questo fossegli luogo più adatto. Fin da’ primi anni del secento il Serra, fattosi a cercar ragione a’ mali che travagliavano questo sì favorito paese, mise a stampa un libro che, sotto il titolo di breve trattato delle cause che possono far abbondare i regni d’oro e d argento, contiene il primo ampio trattato di economia. Studiate le dette cause appo i moderni, le andò ordinatamente additando e sponendo, e die’ loro a condizione apposite norme governative, scorgendo fin da quel tempo il segreto legame ch’è fra’ vari elementi del viver sociale. Com’altri stimerebbe dal titolo, non pose la ricchezza nell’argento e nell’oro, nè disconobbe il pregio dell’agricoltura; ma fece assai maggior conto de’ traffichi e della industria, la cui virtù produttiva fu egli il primo a indicare. Indi a poco un altro napolitano scrisse degli abusi del monetare; ma in sostanza il Serra non ebbe degni continuatori, e la scienza economica appresso noi si tacque f no a che il provvido reggimento di Carlo III non le venne a dar fidanza ed ardire. Intanto essa avea progredito oltremonti; ed alle interne cagioni aggiuntosi anche l’esempio degli stranieri, levossi un’egregia schiera di economisti, che pel resto del secolo non lasciò mai di scrivere e di affaticarsi. I primi fra loro, per il tempo in cui scrissero, s’accostaron al sistema mercantile, pur non tanto