Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/157

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verno economico, concernente alle cose del vivere e della

    dolenti ancora de’ guasti recati ad esse dalla incursione vandalica, furon per due anni esentate da’ tributi; animata vicenda dì naviculari trasportava le vettovaglie in Francia; divenne famosa la fiera de’ Lucani, dove si vendevano animali, e vesti di ricco lavoro. Troverai negli editti di Teodorico mentovati assai spesso gli agricoltori, i coloni furon protetti con affetto particolare, comandata la coltura de’ terreni abbandonati e deserti, la istituzione di un tribunale speciale in Napoli, indizio non lieve della importanza marittima e commerciale della città. Per vedere quale fosse la mente di chi governava, basterebbe considerare quella sentenza che in forma dì precetto pronunzia il cennato Cassiodoro: avara manus portus claudit, et cum digitos attrahit, simul vela concludit; merito enim illa mercatores cuncti refugiunt quae sibi dispendiosa esse cognoscunt. I banditori delle moderne franchigie commerciali leggeranno con piacere e maraviglia questi sensi espressi in tempi chiamati barbari, dal ministro di un Re ostrogoto. La discendenza di Teodorico stette sul trono sessantaqnattro anni, ma gli ultimi diciotto furon turbati dagli eserciti di Belisario e di Narsete. Le province della Campania, della Calabria e della Lucania ebbero a soffrire i maggiori travagli da quelle schiere nelle quali combattevano, gente indomita e turbolenta, insino a che i Longobardi sopraggiunti, non istrinsero la greca dominazione a poca parte del regno. La coltura e le industrie erano già quasi spente per la gravezza de’ tributi imposti da Narsete, e per la mancanza delle braccia ostrogote che fino a que’ giorni avevano coltivate le campagne; e le nuove forme e gli ordinamenti civili de’ Longobardi finiron d’impoverirle. La feudalità divise il potere e la dovizia fra poche mani, sprofondò nella miseria la plebe, depresse le industrie, e le terre di un regno feracissimo caddero in così vil pregio che si cambiarono spesso con una spada a con un cavallo. E se pure il commercio interno non andò perduto interamente pel cambio delle merci e de’ prodotti, non così può dirsi del traffico esterno a cui mancarono forze navali per esercitarlo; e le poche terre soggette ai Greci non furono meno oppresse da imposte immoderate, che dovevano alimentar la guerra e l’avidità imperiale d’Oriente, L’opera valorosa de’ conquistatori Normanni è una delle più stupende che