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Successe a questo Guglielmo suo figliuolo nell’anno 1155 e questo per i suoi cattivi costumi fu detto il Malo.

    del 1766 aboliva i privilegi di bandiera, essendosi questa provincia sciolta dalla sua dipendenza, ed innalzata a tutta la dignità di regno. Principali tra le leggi di Cario furono quelle de’ 7 a 18 aprile 1711, e 14 agosto 1751. In esse si stabilirono i diritti di navigazione, si davano norme per la spedizione delle patenti ai capitani de’ bastimemi, s’imponeva l’uso e la forma della bandiera nazionale, si prevenivano i naufragi frodolenti, si prescrivevano i doveri de’ comandanti, de’piloti, de’ marinari, e può dirsi che non vi fu oggetto di rilievo al commercio che nelle prammatiche di Carlo non si trovi preveduto, sempre secondo i tempi, i quali vantaggiarono, ma non quanto nè il Principe avrebbe desiderato, nè la sapienza di quelle leggi avrebbe fatto sperare. Intervenne infine la regia potestà siccome tutrice universale degli interessi del suo popolo, nelle assicurazioni marittime, le quali essendo facoltà universale il farne giuoco di speculazione, e spesso con rovina de’ commercianti, meritarono che il Re sanzionasse una compagnia di assicurazioni (prammatica, 19 aprile 1751). Creò un supremo magistrato di commercio con ampi poteri nel 1759, che poi restrinse nel 1746, destinandolo solamente a giudicare delle cause tra’ Napolitani e stranieri. Non mancaron finalmente i trattati a tutelare la marineria napolitana, e Carlo ne formò in breve col Turco (1740-42) con Tripoli (1743), con Danimarca (1753), con la Svezia (1743), e con l’Olanda (1753). A tutto questo aggiungi una marineria armata che sorgeva al cenno di lui, il quale istituiva un collegio nautico, un corpo di costruttori, destinandoli ne’ due cantieri di Napoli e di Castellammare. Insomma fu mirabile il regno di questo Principe non solo per essersi rivolto a tutte le parti della pubblica amministrazione, ma per avere ciò praticato con rarissimo esempio, senza spargimento di sangue, e senza crudeltà di leggi e di giudizi.
       Con la venuta al trono del giovine Ferdinando le opere di governo incominciate da Carlo continuarono, senza neppure que’ leggeri mutamenti, che sempre si scorgono al salire al trono di nuovi Principi, ancorchè venuti a regnare in pacifica e non contrastata successione. L’impulso continuava dalla Spagna, la quale mandò