Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/178

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La popolazione di questa città consiste in nobili, e popolari; e questi si dividono in cittadini, detti gente civile, ed in plebe.

    tì l’Italia in diciassette province, nondimeno ritenne ancora non picciola parte dì ciò che all’indole sua si atteneva, ed agli antichi usi e costumi. Nella nuova partizione di Costantino tra i due vicariati, la città fu messa in quello di Roma, sinchè nell’anno 395 di nostra salute Arcadio, uno de’ figliuoli dì Teodosio, si rimase a regnare in oriente, e l’altro, Onorio, prese la corona in occidente. Da ultimo, entrata nella Religione di Gesù Cristo, qui bandita sin da’ tempi apostolici, tenera oltremodo se ne addimostrava, ergendo al Redentore ed a’ suoi Santi numerosi e solenni altari.
       In questi tempi le schiere di Alarico e Radegisio, desolato le province illiriche, valicato le Alpi, saccheggiarono Roma e corsero per il nostro continente, dove quel primo condottiero incontrò la morte, e si ebbe tomba nel letto del Busento. Invano Onorio fu largo di doni e franchigie per allontanare i barbari da’ possedimenti imperiali; le sue liberalità tornarono invece come invito efficacissimo alle nuove genti settentrionali, che alle prime devastazioni aggiunsero danni maggiori. A’ Visigoti succedeva Attila; e questo flagello di Dio non si ritrasse di là dal Danubio, che quando Valeriano gli si fu obbligato con annuo e vergognoso tributo. Ma dal 355 i Vandali di Genserico ogni anno, finchè durò la vita del Re, scendevano a nuovamente turbare e rimpoverire le nostre contrade, dove Odoacre nel 476, ponendo termine all’imperio d’occidente, mandò esule il fantasma imperiale di Augustolo, che Napoli vide morire in quel luogo di essa accomodato una volta alle delizie di Lucullo.
       Gli Eruli furon cacciali al 489 da Teodorico, Principe che di barbaro altro non ebbe che la stirpe ed alcuni impeti nell’età canuta. Educato da fanciullo in Bizanzìo, l’Imperator Leone fu sollecito di educargli la mente e il cuore; onde sin dall’anno diciottesimo dell’età sua il Principe Goto fece pruova di nobili discipline, e dì affetti alti e leali. Italia parve si ristorasse delle continue offese; e nel supremo dominio del giovine Re, Napoli riprese l’im-