Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/210

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tre, e qui nominano sei de’ migliori cittadini. Si presenta

    le milizie della Regina, raccolse l’omaggio de’ più potenti baroni, ed in breve ebbe piena vittoria; fjnalmento caduta in poter suo Giovanna, la fece barbaramente morir soffocata nel castello di Muro.
       Quattro anni e cinque mesi regnò Carlo III di Durazzo, dal 1381 ai 1386, e furon pieni di guerre ed ambizione; pure perchè ebbe riconciliato fra loro alcuni Stati d’Italia, jNapolitani lo cognominarono della pace. Ma ciò seppe di adulazione, specialmente perchè il titolo fu dato a quella stagione che Luigi d’Angiò, figliuol dell’altro Luigi, marito di Giovanna, avendo avuto già per testamento della Regina il trono di Napoli, si conduceva ad ottenerlo per la forza delle armi. L’impresa di Luigi, accampatosi presso le mura, restò fallita per l’astuzia di Carlo; quale sì a lungo trasse le sfide, che sopraggiunte il settembre, in che guastavasi l’aria nelle pianure dell’assedio, l’esercito angioino non solamente dalla epidemia fu stremato, ma Luigi videne preso e morirne lo stesso condottiero. Fermato adunque il suo dominio, Carlo divenne ingrato al Pontefice nella persona del nipote Butillo Prignano, a cui aveva promesso il Principato di Capua, il Ducato d’Amalfi e il castello di Nocera, se lo zio gli avesse conceduto l’investitura, Urbano punì i cardinali durazzeschi, che credè traditori. Carlo, desiderando nuovi poteri, andò in Ungheria, dove essendo morto il Re, si dichiarò protettore della fanciulla Maria, erede legittima di quella corona: di poi soffiando in una fazione, se le pose a capo, ed invase la reggia, nella quale non guari dopo fu ucciso.
       In Napoli prese il governo la vedova Margherita, facendo gridare in pari tempo Re Ladislao suo figlio. Ma il popolo essendo allora discorde, tra la parte angioina e la durazzesca, non seppe gradire il reggimento femminile, mal consigliato da ambiziosi confidenti della Regina: onde istituito da sè un nuovo maestrato, detto degli otto elesse Re di Napoli un terzo Luigi di Angiò. Furon tali i tumulti e le mischie, che della città, divisa in parti, ogni piazza divenne campo di battaglia, sì che la vedova e i figli ebbero a riparare nel castello di Gaeta. Mentre Luigi era in Napoli, Ladislao diveniva potente per larghezza di doviziose parentele, per favori di baroni durazzeschi, e per aiuti del Papa, che a Gaeta avealo