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forma di Diana, Nettuno, Cerere, Ercole, Serapide, Castore e Polluce, ed altri falsi Dei della cieca gentilità: ed

    nistratori della fratria, Frontista il curatore (secondo l’iscrizione), Calcologo l’esattore, Fretrion il tempio, Teoi fretores o Fretrii i Nomi.
       Erano obbligati i genitori di presentare a’ Fretori i figiuoli e le fanciulle per assicurarne la legittimità, la quale, riconosciuta per voti, gli uni e le altre erano iscritti nel lessiarchico, ossia libro de’ nomi, talchè chi non vi si trovava annotato non avevasi per cittadino. Nel tempio degli Dei fretori offrivasi pei giovanetti puberi il sacrifizio curio, per le donzelle il gamélio. Le quali cose tutte migliormente appariscono dalla mutila iscrizione di Aristone e della moglie Valeria Musa, dove leggesi: «Non sia lecito nè al fretarco, nè a’ calcologi, nè al frontista, nè a’ diiceti, nè a a chiunque altro della fratria degli Aristei accrescere sacrifizio o cena oltre i giorni stabiliti. I mille e dugento denari, non si dieno a mutuo se non con malleveria di pagarne l’usura di dugento cinquanta denari in città. Non sia permesso al fretarco, o all’esattore, o all’amministratore, o all’economo, o a chiunque della fratria degli Aristei prendere a mallevadore qualcuno della fratria, o di obbligar la sua fede per lui. Se chi prende a mutuo dia in sicurtà un qualcuno della fratria degli Agarresi, lo sappia l’assemblea; e trovatosi a pieni voti idoneo, come si pratica anche per lo fretarco e per l’esattore, allora, a norma delle cose scritte di sopra, gli si consegni il danaro. Coloro che il ricevono in prestito rechino le somme dovute il settimo giorno della prima decade del mese panteone in piena assemblea; e la fratria deliberi a chi voglia darle a mutuo: e così facciasi nell’amministrazione degli altri anni. In quelli due giorni ne’ quali si sacrifica e si cena, Valeria Musa porti ciò che deve. Questa iscrizione affissa in pubblico, sia consegnata successivamente dal fretrarco, da’ calcologi, dal frontista e da diiceti in perpetuo a co loro che saranno scelti dalla fratria al suo governo. Chi farà diversamente da quello che disopra è scritto, paghi in pena al tesoro degli Dei fratrii dugento cinquanta denari di argento». Ognun sa che Cecrope, fu il primo a dividere Atene in dodici Fratrie, a guisa de’ dodici nomi o sian prefetture del suo paese,