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nulla differissero: atteso che da’ Greci appresi li avevano;

    formali, fontane, ed acquedotti romoreggianti sen corrono al mare.
       Il Collegio di essa vuolsi essere stato dove oggi è la chiesa di S. Maria in Cosmodin, che pria fu de’ nobili del Sedile di Porto.
       6. Dei Panclidi — Da un inscrizione rinvenuta nell’anno 1744 nello scavra le fondamenta del palazzo de’ signori Amendola, presso del tempio di S. Pietro in Vinculis, sappiamo esservi stata questa Fratria. L’iscrizione incisa in rozza pietra da mal’esperto scalpello è la seguente:

    C. Calpurnius Felix

    Unguenta Et Exteriorem Partem

    Et Tectum Agoreuterii De Suo

    Refecit Phratoribus Panclidarum.


       Credesi essere stati questi Fratori i più degni e colti soggetti de’ tempi loro, e molto più se si abbia riguardo al dono degli unguenti che da Caio Calpurnio Felice lor si faceva, e de’ quali dovevano al certo avvalersi ne’ bagni secondo l’antico costume asiatico, greco, e finalmente latino.

       Il Martorelli la situa da S. Rietro in Vincolis a S. Giuseppe, dove, nel cavarci alcune fondamenta, furono trovati grandi architravi di bianco marmo, vasi, colonne e capitelli. Il Mazzarellainvece nel perimetro di S. Pietro, S. Maria la Nova, e S. Giorgio de’ Genovesi, spazio fino al presente di magnifici e sontuosi edifizi tutto disseminato.
       7. Degli Gionei — Da un marmo riportato dal Capaccio nell’appendice della sua storia, sebbene alquanto malconcio, si ha cognizione di tal Fratria in questi sensi:

    Fratria Ioneaorum Lucium Herennium

    Pythonis Filium Optimum

    Virtutis Ergo, Et Munificentiae,

    Qui Fuit Demarchus, Classis Praefectus

    Et Gymnasiarcha, Praefuitque

    Quinquennalibus, Diis. . .