Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/38

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tare la porta Puteolana, o Cumana, dalla piazza di S. Domenico, in quella ch’ora vien detta del Gesù Nuovo; che è la Casa Professa degli PP. della Compagnia; che poi fu

    verisimile si è la congettura proposta dal Pontano. Essa per verità è stata finora da tutti i patrii scrittori, come affatto contraria al racconto di Livio, rigettata, ma non troppo ragionevolmente a nostro credere. Imperocchè, mentre tutte le altre congetture presentano sempre qualche difficoltà o contradizione, questa del Pontano non solo si adagia benissimo alle parole dello storico, ma anche, per quanto è possibile, in nna materia tanto oscura ed incerta, vien confermata in un certo modo, dalla situazione de’ luoghi, e da altri non lievi argomenti. Infatti, da quegli scrittori cominciando che pongono Palepoli o sulla via di Nola, o a San Giovanni a Teduccio, nel piano della Volla o a Posilipo e Mergellina, costoro sono apertamente contradetti da Livio, che dice essere Palepoli haud procul da Napoli, mentre che i luoghi sopraindicati ne son per un buon tratto distanti. Oltre a ciò, se le due città fossero state poste a tanta lontananza tra loro, come avrebbero potuto porgersi un aiuto vicendevole, allorchè l’una o l’altra veniva dai Romani assalita? D’altra parte puranche si scostano dal racconto di Livio il Loffredo ed il Summonte, i quali fanno di Napoli e Palepoli un assai piccola città, e lasciano uno spazio tanto angusto tra l’una e l’altra, da non potervi collocare, non dico l’intero esercito Romano, ma neppure una piccola parte di esso; quandochè Livio non vicinissime, ma le descrive a poca distanza tra loro, e dicendovi venuto in difesa di esse un presidio di 6000 soldati tra Nolani e Sanniti, oltre i proprii citiadini, la fa supporre di non tanto breve perimetro, quanto quegli scrittori vorrebbero. Così pure apertamente ingannavasi il Falco, allorchè poneva Palepoli sulla Montagna e Napoli sul mare; egli, in tal modo opinando, non avvertiva, che da Palepoli uscirono i Sanniti sul lido per imbarcarsi senza che si fossero imbattuti coi soldati Romani, il che non avrebbero certamente potuto fare se Palepoli fosse stata sopra S. Agnello, e per mezzo di Napoli divisa dal mare. Nè più al vero si accostava il Carletti, che senza tener conto delle parole di Livio haud procul inde ubi nunc Neapolis sita est faceva occupare da Palepoli e dal campo romano quasi due terzi dell’area di Napoli