Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/30

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che mentre gli turbava lo spirito, lo costringeva a giacersene in letto. Ko-sin ad ogni momento entrava nella camera del fratello per informarsi del suo stato di salute, e prestargli le più amorevoli cure.

Osservando egli la straordinaria bellezza di sua cognata Ziang Sciu-ceng, sposa dell’ammalato, che era veramente tale da affascinare ognuno che la mirasse, temette che fomite alla malattia del fratello fosse la mancanza di calma, e che forse i desideri eccitati dall’avvenenza e leggiadria della consorte, gli potessero nuocere a segno da farlo aggravare ogni giorno di più, per modo che assolutamente non sarebbe potuto risorgere. Espresso pertanto il desiderio di trasportarlo nella libreria, dove la quiete gli sarebbe stata di ristoro al corpo e allo spirito: esser questo l’unico mezzo che forse lo avrebbe salvato dall’imminente pericolo di morte. Sciu-ceng, per l’amore che portava al marito, non volle a nessun patto che egli uscisse dalla camera nuziale, e al desiderio espresso dal cognato rispose: — L’infermo non è in istato da poterlo trasportare altrove; e poi nel gabinetto da studio non v’ha persona che possa essere attenta e sollecita a prodigargli le cure che gli son necessarie, come ben si può fare mentre egli è qui nel cuore della famiglia; ove ad ogni istante gli si può apprestare ora un po’ di brodo, ora un medicamento, a seconda del bisogno. Queste considerazioni ch’io faccio sono dettate da quell’affezione sincera ed onesta che unisce i nostri cuori, nè certo per secondare i desideri d’una smodata passione io cerco di non abbandonare il letto di mio marito. — Per tal risposta Ko-sin fu grandemente contristato in cuor suo3, nè lo nascose.

Parenti ed amici venivano di continuo a domandar le nuove dell’ammalato, e veduto che l’avevano, ciascuno sospirando diceva: Povero Ko-ciung! Ha studiato tanto ch’ei s’è rovinata la salute. — Ma Ko-sin con un sospiro rispondeva: Eh amici, se il fratel mio non si rià, non è perchè egli si sia troppo affaticato a studiare. Quanti eroi e quanti saggi uomini, da che mondo è mondo, non perirono a causa di donne? — In così dire, due grosse lagrime gli solcavan le guance, e i parenti e