Pagina:Nuovo discorso proemiale letto nell'Accademia di Filosofia Italica (Mamiani).djvu/10

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superstizioni e l’omaggio servile degli andati secoli si rimpiangono. [Si rifanno i vecchiumi, o si rifiuta la storia.] Là faticasi a levar su dal fango altari per sempre caduti e a rappiccare insieme i pezzi e i rottami di statue e di simulacri non solo rovesciati ma infranti; e là si presume di ben guarire le infermità dello spirito, così nuove e profonde come noi le scorgiamo, con farmachi vieti e abborriti e che l’esperienza dolorosa ed universale degli uomini attesta essere o inefficaci o velenosi e letali. Qua dai democrati di larga cintola ripetonsi mille volte al giorno e con lingue sonanti d’acciaro quelle parole magnifiche poco avanti dinumerate, senza loro assegnare certe e ben dimostrate significazioni, trattando le astrattezze come cose concrete e operabili, scordando e spesso anche beffando le ammonizioni della storia ed ogni assennatezza antica e producendo poi nel fatto poveri saggi e sfortunati di loro prevedenza e perizia. Là per l’opposito, è un mal celato godere ed un farsi pro delle disorbitanze de’ giovani, un fremere ed un imprecare alle modernità quali che sieno, un freddo negare ed uno sterile contraddire gli altrui concetti e disegni, una cortezza e pervicacia di mente o naturale o simulata con cui mattamente ricusano di ravvisare la necessità ineluttabile delle mutazioni e i legittimi desiderii d’ogni uom giudizioso ed onesto e affogano in cuore ogni senso ed ogni intelletto di quelli che debbon chiamarsi arcani indovinamenti e presagi delle novelle generazioni.

§ XI. Or non avvi dopo ciò ragione valida di sclamare, o secolo imprudente e albagioso, cotesta è dunque la tua sapienza? E a dire il vero, in tal controversia, quale appunto ve l’ho colorita, già non vengono a cimento i pareri, ma le passioni; nè i sistemi sono che luttano ma le cupidità e gl’interessi; nè gli ottimi nella scienza, ma i primi nelle fazioni. [Veri sapienti quali sarebbero.] Dov’è, pertanto, io chiedo di nuovo al secolo superbiente quella schiera di probi e di saggi la qual procaccia con isforzo magnanimo di sovraneggiare le sette e purgarsi al possibile degli affetti violenti e sbrigliati e nudre in cuore saldissima e sincerissima la religione del vero, lo cerca con lunghe vigilie nelle sue ultime profondità, indaga nelle ruine