Pagina:Nuovo discorso proemiale letto nell'Accademia di Filosofia Italica (Mamiani).djvu/5

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e dove il mondo, dice Macchiavello, riteneva la sua virtù insieme, si vede essere sparsa di poi in di molte nazioni. Possono certi tempi eziandio comparire fuor di modo inferiori ad altri, perchè intervengono tra la scomposizione e ruina d’un vecchio ordinamento civile e l’edificazione d’un nuovo; tempi, per così dire, pregnanti de’ quali più tardi raccogliesi il parto difficile e doloroso; sebbene la gloria e l’utilità non possa dirsi molto maggiore tra il concepire e il mettere in luce. [Gli studiatori dell’antichità mal contenti de’ proprj tempi e perchè.] In genere poi gli scrittori sodi e meditativi e della sapienza antica studiatori amorosi, allato al guadagno fatto dai coetanei avvisano accuratamente gli errori e le colpe e stimano e pesano il detrimento e la perdita; quindi empion le carte di molte querele. E ciò avviene principalmente per lo troppo largo spazio che sempre corre tra la realità e il concetto e tra il bene attuato e il desiderato.

§ III. Tutte le quali considerazioni rendonmi assai riguardoso a censurare con forza l’età in cui viviamo. [L’età nostra copiosa di mezzi, audace d’imprese, povera di risultamenti.] Ma come ciò sia, parmi che senza temerità niuna possa pronunziarsi (nè i posteri ci smentiranno) essere cotale nostra età speciosa e singolarissima per la soverchia sproporzione che lascia scorgere tra i proponimenti e gli eseguimenti suoi e tra l’abbondanza dei mezzi di cui dispone e la parvità degli effetti che giunge a produrre; mai forse i disegni e le imprese non essere state sì vaste nè sì arditi ed universali i pensieri ed i tentamenti, ma l’opera tornare fiacca e manchevole, scarsi e incerti i fini adempiuti; quindi più aspro in tutti gli animi o più pungente che all’ordinario il desiderio deluso e l’inutile aspettazione.

[L’opposto appresso agli antichi.] Va sempre l’umano spirito, per naturale inquietezza, in cerca del nuovo con isperanza del meglio; ma dove in antico (a parlare coi simboli e le invenzioni dei poeti) una picciola nave correa sola e audacissima al conquisto del vello d’oro e quello ritrovava e rapia; nel dì d’oggi, intere armate (può dirsi) e d’ogni bene fornite mettonsi in mare alla inchiesta medesima d’un gran tesoro e d’una portentosa felicità. Ma qual navile smarrisce affatto il sentiero, quale dei remotissimi Elisi o del soggiorno incantevole dell’Esperidi ha