Pagina:Occhi e nasi.djvu/142

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signori a noi povere cameriere. Una volta, una sola volta di numero, fu tanto sfacciato da darmi un bacio...

— Un bacio!... e perchè non venisti a dirmelo?

— Glielo volevo dire; ma poi pensai dentro di me: se lo racconto alla signora Laura, il signor Vittorio è tanto schizzinoso, da aversene a male, e allora dei baci non me ne dà più. E io, per non fare scandali, stetti zitta. —


*


Questo dialogo fu interrotto da una voce, che si udì nella stanza accanto: una voce che disse:

— Si può?

— Vittorio!... voi qui? — gridò Laura andandogli incontro. — Di dove venite? dall’America! dall’Indie?

— Vengo direttamente da casa mia. Sono arrivato ieri sera coll’ultimo treno.

— Marietta! andate a fare quel che dovete fare! — disse la padrona con tono imperativo alla giovane cameriera, la quale si era fermata sulla porta forse sperando che Vittorio si sarebbe almeno degnato di guardarla.

— Godo, amica mia, di ritrovarvi sempre bella e sempre fresca, come una camelia sulla pianta.

— Anche voi state bene. Vi siete conservato come un ermellino nella canfora. E l’Emilia che fa?