Pagina:Occhi e nasi.djvu/158

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Il povero Demetrio tirò fuori tutti i sali e tutti gli aceti della sua piccola farmacia casalinga; ma nulla valse. Quando l’emicrania è una di quelle tremende emicranie inventato apposta dalle donne che hanno bisogno di rimanere in casa, non c’è barba di marito che possa arrivare a guarirle.

— Pazienza! resterò in casa anch’io, — disse Demetrio.

— No, mio buon amico: vuoi farmi davvero un regalo?

— Con tutto il core.

— Allora lasciami tranquilla, lasciami sola, lasciami dormire. Tu va’ al teatro; e siccome la natura t’ha dato un orecchio felicissimo, procura li portar via tutti i motivi e tutte le frasi più belle dell’opera, e a mezzanotte, quando tornerai a casa dopo lo spettacolo, me le ripeterai sul pianoforte. Rammentati che sto alzata apposta per aspettarti.

— Se incontrassi almeno quel vagabondo di Vittorio, lo porterei al teatro con me.

— Vittorio è partito col treno delle sette e mezzo.

— Per dove?

— Per Sant’Aquino. Gli è venuta la tenerezza di andare a fare una visita allo zio Arciprete.

— Pazienza! — ripetò Demetrio, e preso il cappello e i cannocchiali da teatro, uscì di casa.


*


Non erano passati cinque minuti che la Marietta entrò nel salottino, dov’era la sua padrona distesa