Pagina:Occhi e nasi.djvu/184

Da Wikisource.

— 183 —

di bella, diciamolo senza modestia, era tutta bontà di quei signori.

La sua popolazione, fin da tempo immemorabile, si divideva in due sole classi: in fiorentini che andavano in carrozza e in fiorentini che andavano a piedi.

Quelli che andavano in carrozza si chiamavano «Signori», e quelli che andavano a piedi, erano detti «Pedoni», nome inelegante, ma molto espressivo, come quello che ti dava subito l’immagine vera di quei poveri palmipedi vestiti da uomo, condannati a camminare a piedi tutta la vita.

L’aristocrazia non faceva casta da sè: perchè l’aristocrazia fiorentina, studiata nella purezza delle sue prime sorgenti, non è altro, in fondo, che una democrazia titolata. Arrampicatevi su per l’albero genealogico delle famiglie patrizie fiorentine, e arrivati in vetta all’albero, ci troverete quasi sempre o una matassina di seta, o un ciuffetto di lana, o un frammento di cambiale firmata a favore di qualche Re o di qualche Repubblica corta a quattrini.

Fatto sta che, dopo molti anni, questo modo di dividere la popolazione in due sole classi, essendo parso un po’ troppo conciso, fu pensato allora di mettere in uso una nuova spartizione in quattro classi, cioè: Signori, Così-così, Poveri e Strozzini.

La classe dei Signori abbracciava tutti quelli che avevano da vivere comodamente, senza bisogno di lavorare. Fra questi, figuravano gl’impiegati governativi o granducali, dal Presidente del