E tu: — La tomba è altro che la culla
del cielo? — Ed egli: — O voi di poca fede —
178E tu: — La vita senza fede è il nulla —
— Opre, voi non avrete la mercede,
qui! Grami, non è il breve oggi che nuoce!
181Uomini, solo avrà pace chi crede! —
Ognun prendeva in collo la sua croce
e lo seguiva nel passaggio lento.
184Precedeano i fanciulli la sua voce.
Era il passaggio d’un soave vento
sul grano: un infinito tremolìo.
187È uomo? È Dio?... Tu mormoravi, attento:
— L’opera umana! ecco il tuo Verbo, o Dio! —
E poi lo udisti, cinto di corona
di spine, tra i flagelli e i vilipendi,
191e su la croce — Padre! — dir — perdona! —
offrir sè stesso; dire al cielo — Prendi! — .
Il suo grido echeggiò nell’infinito.
194Diceva il volgo: — Se sei Dio, discendi! —
— È Dio — dicesti — perchè v’è salito! —