Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/358

Da Wikisource.

libro duodecimo 343

L’un sovra l’altro per soverchia tema
Della nave cacciassersi nel fondo.295
E qui, di Circe, che vietommi l’arme,
Negletto il disamabile comando,
Io dell’arme vestiami, e con due lunghe
Nell’impavida mano aste lucenti
Salia sul palco della nave in prua,300
Attendendo colà, che l’efferata
Abitatrice dell’infame scoglio
Indi, gli amici a m’involar, sbalzasse:
Nè, perchè del ficcarli in tutto il bruno
Macigno stanchi io mi sentissi gli occhi,305
Da parte alcuna rimirarla io valsi.
Navigavamo addolorati intanto
Per l’angusto sentier: Scilla da un lato,
Dall’altro era l’orribile Cariddi,
Che del mare inghiottia l’onde spumose.310
Sempre che rigettavale, siccome
Caldaja in molto rilucente foco,
Mormorava bollendo; e i larghi sprazzi,
Che andavan sino al cielo, in vetta d’ambo
Gli scogli ricadevano. Ma quando315
I salsi flutti ringhiottiva, tutta
Commoveasi di dentro, ed alla rupe
Terribilmente rimbombava intorno,