Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/389

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8 odissea

Pontonoo, il vino mesci, e a tutti in giro
Porgilo, acciò da noi, pregato Giove,70
S’accommiati oggimai l’ospite amico.
     Mescè l’araldo il vino, e il porse in giro;
E tutti dai lor seggi agl’immortali
Numi libaro. Ma il divino Ulisse
Sorse, e d’Arete in man gemina pose75
Tazza rotonda, e tai parole sciolse:
Vivi felici dì, Regina illustre,
Finchè vecchiezza ti sorprenda, e morte,
Comun retaggio degli umani. Io parto:
Te del popol, de’ figli, e del marito80
Il rispetto feliciti, e l’amore.
     Disse, e varcò la soglia. Alcinoo innanzi
Muover gli fece il banditor, che al ratto
Legno il guidasse e al mare; e Arete dietro
Tre serve gli spedì, l’una con tersa85
Tunica in mano, ed un lucente manto,
L’altra con la fedele arca, e con bianchi
Pani la terza, e rosseggianti vini.
Tutto da lor, come sul lido furo,
I remiganti tolsero, e nel fondo90
Della nave allogâr: poi su la poppa
Steser candidi lini, e bella coltre,
Dove tranquillo il forestier dormisse.