Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/502

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libro decimosettimo 121

Donde attignea ciascun, fonte artefatta,
Che una pura tra l’erbe onda volvea.245
Construsserla tre Regi: Itaco prima,
Poi Nerito, e Polittore. Rotondo
D’alni acquidosi la cerchiava un bosco,
Fredda cadea l’onda da un sasso, e sopra
Un altar vi sorgea sacro alle Ninfe,250
Dove offria preci il vïandante, e doni.
Qui di Dolio il figliuol, Melanzio, in loro
S’incontrò: conducea le capre, il fiore
Del gregge, ai Proci; e il seguian due pastori.
Li vide appena, che bravolli, e indegne255
Saettò in loro, e temerarie voci,
Che tutto commovean d’Ulisse il core.
Or sì, dicea, che un tristo a un tristo è guida.
Giove li forma, indi gli accoppia. Dove
Meni tu quel ghiottone, o buon porcajo,260
Quel mendico importuno, e delle mense
Peste, che a molte signorili porte
Logorerassi gli omeri, di pane
Frusti chiedendo, non treppiedi, o conche?
Se tu le stalle a custodir mel dessi,265
E a purgarmi la corte, e a’ miei capretti
La frasca molle ad arrecar, di solo
Bevuto siere ingrosseria ne’ fianchi.