Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/589

Da Wikisource.
208 odissea

L’avido ventre a riempir de’ Proci,
Giunse, Melanzio; e seco due pastori.220
Ei le capre legò sotto il sonante
Portico, e morse nuovamente Ulisse:
Stranier, molesto ci sarai tu ancora,
Mendicando da ognun? Fuori una volta
Non uscirai? Difficilmente, io credo,225
Noi ci dividerem, che l’un dell’altro
Assaggiate le man non abbia in prima:
Però che tu villanamente accatti.
Altra mensa in città dunque non fuma?
     Nulla l’offeso eroe: ma sol crollava230
Tacitamente il capo, e la risposta,
Che farà con la man, tra sè volgea.
     Filezio in quella sopraggiunse terzo,
Grassa vacca menando, e pingui capre,
Cui traghettò su passeggiera barca235
Gente di mar, che a questa cura intende.
Le avvinse sotto il portico, e vicino
Fattosi a Euméo, l’interrogava: Euméo,
Chi è quello stranier, che ai nostri alberghi
Testè arrivò? Quali esser dice, e dove240
La sua terra nativa, e i padri suoi?
Lasso! un Monarca egli mi sembra in vista.
Certo piace agli Dei metter nel fondo