Pagina:Ojetti - Mio figlio ferroviere.djvu/194

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minuto. Dalla porta che si sfollava apparve un popolano facendo segno con la salvietta perchè gli astanti tacessero e annunciò in romanesco: — So’ quelli c....zi matti de li facisti che la notte gireno Roma a fa sti scherzi de fijacci de p....na. La spiegazione era precisa; ma come sempre avviene dopo una delusione, col riapparire della verità non riapparve la giustizia, e molti se la presero con l’onesto annunciatore della verità: — Non li potevi prendere pel collo tu che lo sapevi? Quello, logico ribattè: — Ma a me che ce lo so, che me ne frega? Nestore rientrò dalla porta: — È un automobile da corsa, piccolo. Quando son saltato fuori, ha preso il volo. Pare che sieno dei fascisti che si divertono a fare queste burle. L’altra notte vicino alla stazione s’erano nascosti dietro gli alberi del giardinetto delle Terme, e quando passò la carrozzella con l’onorevole B.... e l’onorevole A..., fecero lo stesso scherzo e se il vetturino non era abile, il cavallo spaventato chi sa dove li sbalzava. Canaglie. Ma quella sua prontezza a precipitarsi sul nemico saltando giù dalla finestra, adesso raccoglieva il plauso di tutti. Flora non gli toglieva più gli occhi da dosso: — Venga a San Pietro anche lei, – gli ripeteva. Gli altri ormai si ristoravano col vino che restava. Qualcuno provava a ridere. Uno osservò al deputato che parlava bolognese: —