Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) I.djvu/29

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XXX PREFAZIONE

l’orribile schiamazzo impedisce di chiudere occhio1. Questo è proprio il paese dei colombi, la Laistrygonia.

Tralasciamo, al solito, le coincidenze secondarie, che del resto non mi sembrano tutte convincenti, fermiamoci un istante a Telèpilo, nome della città dei Lestrígoni. Qui non seguirei il Bérard. A me pare che, poiché siamo nello Stretto di Bonifacio, il nome di Porta Lontana sembri coniato apposta per designare queste bocche, remote dai centri delle antiche civiltà, e che per gli antichi navigatori erano proprio come una porta che dai mari d’Oriente introduceva a quelli d’Occidente.

Bérard, esaminando i luoghi, ha poi trovato anche qui un preciso riscontro con la descrizione omerica:

Quivi giungemmo in un porto bellissimo: d’ambe le parti
muri di rocce si levano altissimi, a cingerlo tutto,
sorgono promontorî sporgenti dinanzi alla bocca,
l’uno di fronte all’altro; sicché molto angusto è l’ingresso.

Tutti questi particolari trovano piena corrispondenza. Anche ora si può osservare il contrasto fra il mare esterno, sempre agitato, e l’interno del porto, dove

                                                            né poco né molto
mai non si gonfia il flutto: ché sempre v’è bianca bonaccia.

Nel fondo del porto v’è una laguna, con una spiaggia di sabbia, dinanzi ad una pianura, dove termina una via scendente dalla montagna, che leva in fondo una muraglia di foreste. È la via, per cui si misero i compagni d’Ulisse,

  1. Lamarmora. Viaggio in Sardegna, I. 115-117.