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122 vita di alberto pisani

cristi o màndorle spaccherellc o alla perlina. Amore, giusta l’Alberto d’allora, volea dir matrimonio ; e matrimonio, giocare agli sposi. Di- cea dùnque alla Pina, che, fatto grande, egli l’avrebbe sposata. Ma lei, o ingratissima Pina ! non aspettò. I n giorno fece tenere, in suo luogo, ad Alberto un cartoccione di dolci. E lui ? Lui sei spazzò di gran gusto. Così, altra ili sìmili fiamme, fiamme beninteso dipinte, gli era stata una cuoca : la (iiulia. AI primo servire, cotesta tosa parca più stagna di un materasso da campo. O che ? A poco a poco, innanzi ai fornelli di casa Pisani, le die’ come in fuori la umidità : oggi le si gonfiava una guancia ; dimani, l’altra ; dopo-dimani, un orecchio, poi una mano, poi un occhio.... K donna (ìiacinla la compassionava ! Infine, la maligna flussione prese la (iiulia più a basso. Allora, donna (ìiacinla credè conveniente di salutarmela tanto ; e Alberto perdette colei che vestiva. sì premurosa e sì bene, le marionette. Ma questi due, ripeto, ed altri della stessa portala, se anche amori, non èrano di quel tale baràttolo or sosoirato da Alberto. Dimando io ! » come mai un poeta che la pigliava sul serio, poteva, per dolce obietto, avere o una pi la - Iella di cuoca che sbuzzava pollastri, o una maestra di prima, tanto paziente da far scappar la pazienza ? — To.... lo.... tómbola ! — qui eruppe don Romualdo approfittando delle altrui distrazioni. K, dal mattino seguente, Alberto si diede ancora a cercare. Cìià molte volte Cidi avea ceduto la dritta il sui marciapiedi al capitano Balotta e alla signorina sua figlia. Xel primo gli era sempre parso vedere un rispettàbile pensionato in là