Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/154

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CAriTOLO SECONDO 123 bene negli anni (e ciò a dispetto di un parruc- chino rossastro) ina di legname stagionatissimo , nell'ultra una sottile pivella quattordicenne, dal pellùcido viso quasi di madreperla, a due macchi ucci c leggermente cannine) ed una buona massaja che orlava i moccichini di babbo, nc mendava le calze, non pensava clic a babbo.... Ora invece, messi i poètici occhiali, ccco l’cimili tare diventargli un tiranno dal fèrreo cuore, il grugno di bronzo, lo sguardo d’acciajo. insom ma una collezione de’ più duri metalli : ecco la giovanotta cangiàrsegli in una creatura di nielo, con freccio d’oro filalo, fronte spaziosa d’agata, due zaffiri per occhi, perle in cambio di denti, insomma una bachèca di oréfice. K Alberto risolvè tentare una lèttera, maravigliatevi ! in prosa ; spicco, che gli fece sudare una goccia ogni capello. Scritta, la ricopiò calligraficamente sopra lùcida carta, pinta a svolazzi di ben pasciuti amorini, la insabbiò d’oro, poi, piegata e accomodata in una busta a ricami, la chiuse con un rosso ohbiadino dalla figura di cuore. Uscì. Sonava l’ora de’ pipistrelli. In tasca il prezioso viglietlo, tenne verso le case di lei. K tanto egli si era ubriacato del suo. che non esitò neppure un momento a oltrepassarne la soglia e a entrare nella portinarìa. Ma là ristette confuso ; colà sedeva la Giu- lia ben sottinteso, con la faccia bendata) chiacchierando al portiere. — Oh ! signor Albertino ! — Tu qui 1 — Vede bene. Sono al servizio della famiglia Balotta. li sua nonna ? — Alberto si smarriva, smarriva ; uccello nella ragnaja, impaurito all’alzar dogli stracci, fuggì vèr le reti. 124 VITA DI ALBERTO PISANI — Giuli