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CAPITOLO TERZO 139 il dare una occhiala ai nostri conli inorali, di lanlo in lanlo, sia male.... anzi ì noi vi scopriamo parlile nuove o dimenticate : noi vi facciamo, c con frutto, un corso di ètiche. Tuttavìa, calma ! mai sottigliezze. Diversamente, si ponilo errare le somme, scambiar le partite, e per fuggire un abisso, caderci. Viva e viva colui, clic tiene i suoi soldi in una schiera di ciòtole, e spéndcli a occhio ! Dico adunque, che Alberto si mise attorno a’ suoi conti, e ci si mise con l'ànimo ancor più a rampini del sòlito. Muffala via una polve di convenzionale virtù, s’ebbe alla vista un pigio di vizi. In prima, capì clic il suo cuore era un lappo di sùghero. Kceomc ! Per esempio, il dì innanzi, a un ragazzino, che offriva piagnucolando fiammiferi e che parca cascasse di fame, egli avòa risposto un 110 tagliente. K vero che già tenòane o o in tasca un due mazzi, ma ! non imporla ; egli avrebbe dovuto comperarne qualch altro chèli ! molti — anzi ! tutti. Per soprapiù, quel medésimo dì — sostando nella porlinarìa a due amorosi piccioni l’uno all altro accostati — coinè gli si dimandava le piàciono?» avea esclamato «arrosto!» Xon nego, èrano mìnime cose, ma è appunto da queste, perchè sùbiti moli, che la natura nostra si svela. lì poi ! (piante làgrime gli èran gocciate alla partenza di nonna ? Nessuna. Pòvera nonna ! se non di quelle, che stuzzicano mille appetiti nei nipotini per il gran gusto di soddisfarli, pur si trattasse di una fetta di luna, donna (ìiacinla ponca in lui molto amore, nè mai s’era spassala di castigarlo, di costumarlo come dicca una mia serva brianzola. I\ il bello è, che invece avea pianto a salatissime goccio la stiratura. Pene, che significa r> o ciò? Clic noi ci lasciamo pigliare, spesso dal¬