Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/218

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CAPITOLO NONO 187 le coste a cassetta ? Io v’assicuro che Alberto non s’aquistava un pulce di più. — Uh ! una livrea ! — esclamate. Chiedo perdono ! Paolino non ne portava. L’amico nostro credeva, ed io con lui, già per se umiliante la condizione di un servo, sen- z’aggiùngcrle altro a rammentargliela continuamente, come ai vecchioni de’ Luoghi Pii la verde mostreggiatura, la quale sembra lor dica «vivete di carità ». Carità riesce ben dolce, ma a colui solo che dà. E almeno i pòveri vecchi ponno celar nell’ospizio la loro vergogna ; i servi devono farne parata. Iiene, Paolino ed Alberlo smontarono, e il primo, preceduto il secondo nella portineria, gridò : — Il signorino Pisani. —- o Le due poriinaje, delle quali una era sul- l’iscoppiare e una suH’insecchire, slàvan cucendo pattine. Alzarono il capo sorprese : forse non ricordavano più di avere, loro e la casa, un padrone ; e (liniandarono : — II signore? — Pisani ! — tornò a gridare Paolino — il figlio di don Alberto ! — Oh verze e rape ! — fe’ al servitore la magra, levando su da sedere. — Riverisco, padrone. Il figlio di don Alberto? Mò, guarda, Pep- pa, gli è lutto lui ! tulio cpiel pòvero signor capitano ! — Bò — approvò la grassona — lo stesso taglio di faccia, i medesimi ocelli ! — Le pare ? — chiese Paolino ad Alberto. Questi fece un ghignuzzo. Non dimandàvasi più perchè le livree?» Quanto alle donne, accòrtesi del loro marrone, rimasero un istante confuse. Poi: — Già — ebbe Timpudenza di dire la rin-