Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/336

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Valichi di montagna 303 Senonchè, la loro naturale sembianza era più che intorbidata, guastata, da una cert'aria di disagio, di stento, che essi tenevano a riscontro l’uno dell’altra. E infatti camminavano passo a passo, in un silenzio che confinava col broncio, evitàndosi gli sguardi e vergognando quasi della lor falsa posizione, da cui — sebbene ne paressero indispettiti — pur non trovàvano o non volèan cercare modo di uscire. Mio Dio ! che poteva mai èssere accaduto tra due colombi così da poco appajati ?... La risposta è facile.... Un gran litigio, il primo che turbasse la pace da loro giurata. — E la causa ?... Non è prudenza rispondere.... voi ridereste Vi basti sapere che naque da una chiappolerìa, da una puerilità.... dirò di più.... da una sémplice frase, da una frase di quelle che, a stato normale, non fanno nè caldo nè freddo, non le si avvertono neppure, ma che, in iscambio, buttale là in un quarto d’ora di maldisposizio- ne e ricevute da chi è punto bambagia, per un ammucchiarsi di malintesi, per un concorso di parole che, come la stizza c’imbocca, noi adoperiamo, dallo scontento ìstesso di aver rotto il sereno fomentate, orìginano un bisticcio il quale, via via inasprendo, ingrossando, riesce a menarci laddove noi eravamo le mille miglia dall'imaginare, a una odiosissima lite.. Figuràtevi ! La contessa giunse a tòrsi dal collo il vezzo che suo marito il giorno prima le aveva donalo, ed a gettarlo sdegnosamente sul tàvolo.... Il conte stette a un filo d’impugnare.... una sedia.... Ma — domando io — e la colpa, di chi ?... Ecco, parlando con imparzialità.... No, no ; la cavallerìa mi chiude le labbra.... Parlando con misericordia, la colpa la fu del tempo.