Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/338

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Valichi di montagna 305 vata dalla pioggia, imbalsamata dalle fragranti esalazioni dell'ùmida terra lucida come il raso, disegnava nettamente ogni profilo di monte, ogni contorno frastagliato di bosco,ravvivava tutti i colori e saliva per le nari come la bisbigliante spuma dello Champagne. Tuffati in questo bagno di puro aere, con una brezzolina fresca fresca che sfiorava i capelli ed allargava i polmoni, dissolvèvasi la stanchezza e ci si trovava tanto flessìbili e leggieri che, piuttosto di camminare, parèa di volare. Snebbiàvasi la fantasìa ; nelle, spiccate, schieràvansi in capo le idèe, il benèssere, la gioja si diffondevano per tutta la persona ; in una parola : a larghi càlici si beveva la vita...Oh ! come sembrava mai buona ! Poi — qual magnìfico paesaggio ! - A un trar d'arco dal casale ove la carrozza dei conti Rinucci sostava, alzando lo sguardo, alla vostra manca voi miravate rupi a crepacci che fuori di dirittura minacciavano voi e di continuo la via, sulle quali s'abbarbicava il silvestre pino, inerpicàvansi le saltellanti capre, e da cui la nera vacchetta, levato il pacìfico muso, che gocciolava, dalla cascatina, e scossa, lenta, la campanella, vi fissava coi grandi occhi sbarrati — nel mentre, alla vostra dritta, ponendovi sul ciglione della strada e giù guardando, per una serie di verdeggianti praterìe, voi giungevate coll'occhio in fondo alla valle, sui fiumicino di lìquido argento che vi serpeggiava — passato il quale e ricominciala l' erta, incontravate una nuova distesa di prati, sparsa di gentili casette, indi selve annose, cupamente verdi, selve che si opponevano alle spesse frane di quel monte, nudo, dirupato, gialliccio, che dietro a loro er- gevasi, superbo delle sue acute cime, e baluardo a perpetue nevi dall'immacolata bianchezza. La via, che il conte e la contessa or cam-