Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/168

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160 intorno la vita e le opere di luciano.

vecchia Rea col suo Atte in mezzo ai Coribanti furiosi, ed Amore a cavallo ai leoni che gli leccano le mani: ti fa compatire ad Apollo addolorato per il suo Giacinto; ridere di Bacco tentato da Priapo; e di Mercurio bellissimo, che per ingannare una donna prese la figura di becco, e divenne padre di Pane bruttissimo e mezzo caprone. Apollo bel giovane è sfortunato in amore; Vulcano brutto, zoppo, ed artigiano ha due mogli bellissime che gli fanno le fusa torte: infine Marte colto in adulterio con Venere non è biasimato, ma invidiato dagli altri. Il giudizio di Paride non è satira, ma lavoro d’arte, vaghissimo, spirante tutta la fraganza della bellezza e della voluttà: ha tutta la leggerezza, il moto, e la leggiadria delle Grazie, ed è cosa veramente divina. Sono ventìsei questi mimi, tutti genuini, e di ogni parte perfetti.

XCIII. I Dialoghi marini sono lavoretti d’arte, quindici vaghe miniature, che rappresentano Nereidi, Tritoni, ed altre divinità del mare, ed anche alcuni uomini elevati a perfezione eroica, come Polifemo, Anfione, Perseo, Ulisse, Menelao. Alcuni traggono l’argomento da Omero, ed hanno il motto contro quel poeta, ma il motto leggiero, e nulla più: sono poesia, come l’omerica, ma dentro vi è lo scettico che si mostra appena: e questo suo parere e non parere è cagione di bellezza, perchè ricordi del gran poeta e lo vedi quasi riprodotto, e senti ancora una potenza che lo ammira e lo giudica. Con quale vaghezza e leggerezza è ritratto l’amore di Alfeo e di Aretusa, e come è bella quell’acqua limpida che corre su i sassolini, e pare d’argento! Viene il dubbio dello scettico: ma come un fiume d’Arcadia si può mescolare con una fontana di Sicilia, se vi passa tanto mare per mezzo? Ma questo dubbio molesto, che intorbidirebbe quella pura acqua