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Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/178

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170 intorno la vita e le opere di luciano.

XCVIII. Le opere d’arte quando sono voltate in un altra lingua, come le monete che si cambiano in un paese forestiero, scemano sempre di pregio; spesso ritengono solo quello della materia: e mi ricorda di aver letto che una volta il Klopstoch leggendo una traduzione della sua Messiade, pianse di dolore. Per me sta che la traduzione d’un’opera d’arte debba essere anche un’opera d’arte, e che il traduttore nel suo ingegno debba trovare e nei modi della sua lingua un colorito simile a quello dell’originale, quando quello dell’originale non può essere ritratto fedelmente: il che

    presso a Minos che fa giusto giudice, trasferita di greco in italiano per M. Giov. Aurispa, che si legge in un Codice della Magliabechiana, XI, Varior. 87, dalla pag. 322 a 330. Nella Laurenziana trovasi lo stesso dialogo tradotto dall’Aurispa in latino, e da un ignoto in italiano. Questo Aurispa, di Noto in Sicilia, visse dal 1369 al 1460; dotto in greco, portò in Italia moltissimi manoscritti da Costantinopoli. In questo dialogo è una diceria di Scipione, che non trovasi nel testo greco. Abbiamo una traduzione di molte opere di Luciano fatta nel decimosesto secolo, e così intitolata: I dilettevoli dialogi, le vere narrationi, le facete epistole di Luciano philosopho greco, in volgare tradotte da M Niccolò da Lonigo; ed istoriate, e di nuovo accuratamente reviste, et emendate, 1529. In Vinegia, per Niccolò di Aristotele detto Zoppino. Ed un’altra edizione del 1551 per Giovanni Padoano, Venezia. Questa traduzione è poco esatta, e non pare fatta sul testo greco. Fra i dialoghi ve ne ha due, un Dialogo tra la Virtù e Mercurio, ed il Demarato o il Filatele, che non sono di Luciano; ed insieme ad un altro, intitolato il Palinuro, si trovano in latino nell’edizione delle opere di Luciano fatta in Amsterdam nel 1687. Nel secolo passato ce ne fu un’altra: Delle opere di Luciano filosofo, tradotte dalla greca nelV italiana favella, Londra (Venezia) 1764 al 1768 per Spiridione Lusi, 4 vol. Non sono tutte, ma la maggior parte delle opere di Luciano. Il Lusi non ha tradotte quelle già tradotte così bene dal Gozzi, ma, come egli dice, l’ha in qualche luogo ritoccate. Questa traduzione mi pare molto fiacca, e non è intera. Ho letta quella del Manzi, e non ho mutato opinione. Diversi opuscoli di Luciano sono stati a quando a quando tradotti ora da uno, ora da un altro, ma sono poco noti, ed io non li ho letti. Ultimamente m’è capitato tra mani una traduzione di alcuni opuscoli fatta da un Panaiotti Palli, di Jannina in Epiro, e stampata in Livorno il 1817. Questo epirota conosceva bene il greco, ma poco l’italiano, che a quei tempi anche in Italia era ben conosciuto da pochi.