Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/198

Da Wikisource.
190 nigrino.

rivolgo l’occhio a questa face; e credo che a tutte le mie azioni sia presente quel grande uomo, e mi pare sempre di udirlo ripetermi quei discorsi: e talvolta, specialmente quando più vi attacco l’anima, mi apparisce la sua persona, e l’eco della sua voce mi rimane nell’orecchie, che davvero, come dice il comico, ei lascia un pungiglione in quei che lo ascoltano.

L’Amico. Lascia un po’ cotesto ricercate, o amico mio; ripiglia il filo del discorso, e contami ciò che ti disse: se no, con tanti aggiramenti mi opprimi.

Luciano. Ben dici, e così va fatto. Ma vedesti mai, o amico, quei goffi istrioni che guastano le tragedie o le commedie, dico quelli che sono fischiati ed infine scacciati dal teatro, benchè rappresentino drammi molte volte applauditi e premiati?

L’Amico. Ne ho veduti tanti! ma che vuoi dire?

Luciano. Temo che non ti parrò anch’io un ridicolo istrione, esponendoti disordinatamente le cose, e talvolta guastando, pel mio poco conoscere, il suo sentimento; e che così a poco a poco tu non giungerai a biasimare anche il dramma. Per me non mi dolgo: ma mi dorrebbe assai se il dramma cadesse o scomparisse per cagion mia. Insomma ricordati, mentre io parlo, che il poeta non ha colpa dei falli miei, che sta lontano dalla scena, che non si briga di ciò che accade in teatro. Io voglio darti una pruova del mio valore, della memoria che ho, facendo la parte di un nunzio in una tragedia. Onde se dirò qualche sciocchezza, e tu di’ subito che la non era così, che certamente il poeta disse altro: per me poi, se anche mi fischierai non me ne offenderò.

L’Amico. Bravo, per Mercurio! hai tirato un proemio secondo tutte le regole della rettorica. Avresti dovuto aggiungere che il vostro ragionamento fu breve; che tu lo riferisci così alla buona senza esservi apparecchiato; che saria ben diverso a udir lui stesso parlare; e che tu dirai poche cose, quante hai potuto ritenerne a memoria. Non eri per dire anche questo? Ma con me non è mestieri di tanto: fa conto di avermelo già detto, ed io sono già pronto ad applaudirti a gran voci. Ma se indugerai più, mi verrai in uggia, e farò una solenne fischiata.

Luciano. Cotesto sì volevo dirtelo, e un’altra cosa ancora: